Agriumbria rassegna stampa
 
 
UN SISTEMA AGRICOLO CON PIÙ POTERE CONTRATTUALE
Terra e Vita - Speciale Agriumbria n.12/2012
Terra e Vita - Speciale Agriumbria 2012 - n 12/2012
Terra e Vita - Speciale Agriumbria 2012 - Un sistema agricolo con più potere contrattuale
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L'ASSESSORE FERNANDA CECCHINI CONFERMA: "LE RISORSE PER L'AGRICOLTURA SARANNO GARANTITE"

La Regione Umbria ha come obiettivo prioritario l’ulteriore valorizzazione dell’imprenditorialità e della professionalità dei produttori agricoli e degli allevatori, oggi più che mai impegnati a ridefinire i modelli di gestione delle proprie aziende in previsione degli indirizzi che stanno emergendo nell’attuale fase di elaborazione della nuova Pac 2014-2020.
Un impegno che l’Assessore regionale all’Agricoltura, Fernanda Cecchini, sta portando avanti con determinazione avendo attivato nei tempi prefissati le misure finanziarie previste dal Psr 2007-2013 e da altri regolamenti comunitari, rispondendo alle aspettative del mondo rurale.
Un risultato di efficienza operativa e amministrativa che consente di affrontare il nuovo corso della Pac potendo fare affidamento sulla fattiva collaborazione che si è instaurata fra la struttura pubblica e le organizzazioni professionali.
Una premessa indispensabile per poter programmare e pianificare gli interventi intersettoriali dell’agricoltura umbra che, per la sua multifunzionalità, rappresenta un patrimonio diversificato di risorse che hanno un ruolo primario per l’economia globale dell’Umbria.
«Una politica – precisa l’Assessore Cecchini – che comporta scelte innovative indispensabili per superare le difficoltà che tuttora sussistono, affinché si possa quanto prima arrivare alla realizzazione di un sistema agricolo che, come tale, possa acquisire un maggior potere contrattuale nei mercati nazionali e internazionali, tenuto conto delle eccellenze che l’Umbria oggi produce».
L’attuale congiuntura economica indubbiamente comporta una serie di valutazioni indispensabili che possono influire sui tempi e sui modi dell’attuazione dei programmi che la Regione intende portare avanti prima della nuova Pac.
Alle perplessità su come affrontare tale congiuntura, l’Assessore Cecchini ha indicato le linee sulle quali intende operare nell’immediato futuro.

ALLA RICERCA DI NUOVE STRADE
Nell’attuale fase di recessione economica, l'agro-alimentare dell’Umbria come sta reagendo?
«La crisi finanziaria e i suoi riflessi sull’economia reale stanno colpendo tutti i settori, seppure in maniera diversa.
L’agricoltura e l’industria agroalimentare non sono immuni dagli effetti della crisi globale.
Così non dovrebbe essere, infatti, i testi di economia ci dicono che l’agroalimentare si distingue per essere un settore anticiclico, registrando flessioni nei consumi molto più contenute rispetto ad altri settori proprio nei momenti di crisi. Questo è vero in parte.
I numeri dicono che in termini percentuali il settore, seppure di poco, comunque cresce.
A questa crescita di valore, sia in termini di produzione sia di esportazioni, non corrisponde una crescita dei margini reddituali delle imprese che, anzi, a causa dell’incremento dei prezzi dei fattori produttivi, si stanno contraendo.
A questi fattori legati al mercato, si somma la crisi del credito che si fa sentire anche nell’agroalimentare.
Meno nel settore della produzione agricola, molto di più nel settore della trasformazione.
Quasi quotidianamente ricevo richieste di aiuto da parte d’imprese di trasformazione agroalimentare che rischiano di entrare in crisi per mancanza di liquidità.
Imprese che non riescono a riscuotere i loro crediti e che le banche non vogliono più sostenere.
Le nostre politiche poco possono fare nei confronti delle banche. Anche perché ben poche sono rimaste le banche governate a livello locale.
A questo quadro complessivo a tinte scure si contrappone una forte volontà di innovare, investire e aggredire nuovi mercati che vediamo nel settore agroalimentare umbro.
Le imprese sanno che per rispondere alla crisi bisogna percorrere nuove strade. Aggregare, crescere nelle dimensioni, ridurre i costi, internazionalizzare.
La Regione intende fare la sua parte.
Ripensare le politiche insieme al sistema delle imprese per massimizzare l’effetto leva delle risorse pubbliche messe a disposizione del sistema agroalimentare per superare questa congiuntura».

LA PROGRAMMAZIONE
Le misure finanziarie previste dal Psr consentono di proseguire la programmazione degli interventi nei diversi settori dell’agricoltura?
«La programmazione non è una fotografia statica. La programmazione 2007-2013 è prossima a concludersi. Già stiamo lavorando sulla nuova programmazione dello Sviluppo rurale 2014-2020.
La Commissione Europea lo scorso 12 ottobre ha reso pubblici i nuovi regolamenti della Politica agricola comune, di cui lo Sviluppo rurale è parte importante.
La programmazione, quindi, certamente prosegue, anzi non ha nessuna soluzione di continuità.
La rilettura dell’attuale fase di programmazione va di pari passo con il negoziato sulle prospettive future. È parte di questo processo la revisione in atto che l’assessorato, insieme al tavolo verde, sta facendo delle strategie del Psr 2007-2013.
Penso alla revisione dell’approccio Leader che, proprio per dare risposte alla crisi, vedrà attivare Misure d’investimenti sia nelle aziende agricole sia agroalimentari che, in origine, non erano state programmate.
Abbiamo già inviato a Bruxelles le proposte di modifica che auspichiamo vengano approvate in tempi rapidi.
E' vero che le risorse del Psr 2007-2013, sono già in gran parte impegnate.
Questo è uno degli elementi di forza della politica agricola regionale che ha la capacità di utilizzare al meglio, anzi è la prima in Italia, le risorse comunitarie. Per spendere bisogna prima impegnare.
In ogni caso, sebbene a livello d’impegni, le risorse Psr siano in gran parte state assegnate, non dobbiamo dimenticare che debbono essere ancora effettivamente spese.
Soprattutto negli investimenti il tempo medio tra graduatorie e pagamenti, cioè assegnazione e spesa effettiva delle risorse è di almeno tre anni.
E' già molta carne al fuoco, penso che la priorità adesso sia quella di utilizzare bene e nei tempi previsti, le risorse che la regione ha messo a disposizione del sistema delle imprese agricole ed agroalimentari umbre.
Negli anni dal 2012 al 2015 in Umbria debbono essere ancora effettivamente spesi dalle aziende quasi 700 milioni di euro. Non sono pochi, specie in questa situazione di riduzione del credito. Molte regioni italiane hanno difficoltà a spendere e rischiano ogni anno tagli di risorse che tornano a Bruxelles.
L’Umbria, grazie alla rapidità che ha dimostrato nel saperle impegnare, per fortuna, fino ad oggi, ed anche per il 2012, non corre questo rischio. Impegnarci perché non si verifichi nemmeno negli anni futuri. Tra meno di due anni arriveranno i fondi del Psr 2014-2020.
Impegnarci a spendere tutto e bene il budget 2007-2013 è il miglior viatico per chiedere nuove sostanziose risorse anche per il futuro. Non credo, infatti, che questa crisi possa essere superata con interventi dell’ultimo minuto o di emergenza. Tutti quanti, amministrazione, partner economici, rappresentanze degli interessi diffusi dovremo metterci intorno ad un tavolo e pensare a cosa vogliamo per l’Umbria del 2020 e non perdere tempo a contendere le briciole di una stagione di programmazione che sta volgendo al suo naturale epilogo».

LA REGIONE FARÀ LA SUA PARTE
Sussistono difficoltà nella disponibilità di risorse finanziarie per i cofinanziamenti regionali per l’attuazione delle misure del Psr?
«Le manovre finanziarie verificatesi negli ultimi anni non hanno certo reso agevole reperire i fondi necessari a cofinanziare il Psr.
Parliamo di un budget estremamente importante, oltre 100 milioni di euro nei sette anni di programmazione. Mi sento, tuttavia, di tranquillizzare il mondo agricolo.
La regione è intenzionata a fare la sua parte. Anche a costo di grandi sacrifici le risorse del cofinanziamento saranno garantite.
D’altra parte bisogna considerare che ogni euro di cofinanziamento genera oltre 12 euro d’investimenti. Come potremmo pensare di risparmiare un euro e come conseguenza perderne 12?».
Quali sono i settori dell’agricoltura umbra verso i quali la Regione sta intensificando le proprie scelte?
«Le scelte della regione sono il frutto di un confronto con il sistema agricolo e agroalimentare regionale.
La Giunta di cui faccio parte privilegia il metodo concertativo e ritiene che, soprattutto nel campo dell’economia e delle scelte di sviluppo non si possa prescindere da questo metodo.
Come Assessore ho scelto rivitalizzare lo strumento del “tavolo verde”.
In pratica il “tavolo verde” si riunisce sistematicamente per condividere scelte e strategie di rilancio.
Sottolineo questo punto perché vorrei trasmettere chiaro e forte un messaggio di disponibilità a discutere e condividere. Questo non significa certo che non vogliamo assumerci le nostre responsabilità o peggio, che non vogliamo decidere.
Responsabilità e decisioni debbono, tuttavia, maturare all’interno di percorsi partecipati e consapevoli.
Troppo spesso si è rincorso le emergenze perdendo di vista la necessità d’interventi di medio lungo periodo che diano una svolta effettiva e coerente all’economia agroalimentare regionale.
Proprio con l’idea di organizzare interventi organici e di medio lungo periodo stiamo predisponendo il piano zootecnico regionale.
Un contenitore organico con il quale coordinare le politiche regionali del settore. Un settore che, non dobbiamo mai dimenticarlo, ha importanti impatti sull’economia agricola regionale ma ha anche impatti di natura ambientale e paesaggistica altrettanto importanti. Una zootecnia responsabile, economicamente vitale e sostenibile in termini ambientali necessita un approccio plurale.
Come potremmo pensare di incentivare la creazione di nuove stalle senza pensare a come mitigarne l’impatto in termini di gestione dei reflui? Come evitare che in futuro si verifichino emergenze come quelle di Bettona e Marsciano? Come fare in modo che la domanda di carni delle nostre aziende di trasformazione incontri l’offerta dei nostri allevatori?
Tutte domande cui dare non tante risposte disorganiche ma una risposta realistica e meditata. Per questo abbiamo coinvolto le migliori professionalità disponibili a livello locale ed a livello nazionale.
Abbiamo coinvolto le facoltà di agraria e veterinaria. Le associazioni dei produttori. Entro l’estate avremo uno strumento che ci dirà che strada imboccare per il futuro della zootecnia ed a quel punto faremo le nostre scelte.
Ci stiamo, inoltre, muovendo con un metodo analogo per dare nuovo impulso al settore vitivinicolo.
Un settore dell’agroalimentare regionale che ha rappresentato per tanti anni la punta di diamante delle produzioni di qualità umbre. Un settore che sta soffrendo una crisi che si sta protraendo da alcuni ani. Anche qui stiamo predisponendo un programma di rilancio.
Per questo abbiamo messo al lavoro un team di esperti nazionali d’indubbia fama che, coordinati dall’Istituto nazionale di economia agraria e con Nomisma come partner, ci darà risposte destinate a orientare con consapevolezza le nostre scelte».