Agriumbria rassegna stampa
 
 
CHIANINA, OK ALL'ALLEVAMENTO ALLO STATO BRADO E SEMIBRADO
Terra e Vita - Speciale Agriumbria n.12/2012
Terra e Vita - Speciale Agriumbria 2012 - n 12/2012
Terra e Vita - Speciale Agriumbria 2012 - Anabic un ruolo chiave nella selezione dei bovini
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CHIANINA, OK ALL'ALLEVAMENTO ALLO STATO BRADO
I sistemi più adatti alla razza in discussione alla Mostra nazionale di Ponte Presale di Sestino (Ar)

L’allevamento semibrado e brado si adattano molto bene alla Chianina. Lo ha confermato l’edizione numero 19 della Mostra nazionale degli allevamenti bovini di Razza Chianina allo stato semibrado e a stabulazione libera iscritti al Libro genealogico nazionale, svoltasi presso il complesso zootecnico “Silvio Datti” a Ponte Presale di Sestino (Ar), alla quale hanno partecipato 14 gruppi di bovini in rappresentanza di altrettanti allevamenti provenienti dalla Toscana, Umbria e Emilia Romagna. La manifestazione, organizzata dall’Associazione regionale allevatori della Toscana, con la collaborazione del direttore dell’Apa di Arezzo, Claudio Bovo, e dei suoi collaboratori, dell’Anabic (Associazione nazionale allevatori di bovini italiani da carne), con il contributo della Regione Toscana, della Provincia di Arezzo, dei Comuni di Badia Tedalda e Sestino, della Comunità Montana Valtiberina e della Camera di commercio di Arezzo, ha confermato la validità di tali sistemi di allevamento sia per contenere i costi di produzione, sia per i risultati ormai consolidati conseguiti nelle ottime performance dei bovini, come si è potuto
constatare nella stessa mostra di Ponte Presale.

TRIPLICATI IN VENT’ANNI
Una tendenza, quella di allevare bovini selezionati di razzaChianina allo stato semibrado e libero,  che trova un riscontro tecnico e economico fra gli allevatori, come viene confermato da  alcunidati statistici che evidenziano l’evoluzione della tipologia di stabulazione.
Facendo riferimento al periodo 1990-2010, si rileva che gli allevamenti di Chianina che adottano la stabulazione fissa sono passati dal 53,10% al 20,84%, mentre un incremento si registra in quelli a stabulazione libera e semibrada che sono aumentati dal 9,30% al 28,53% per i primi, e dal 35,20% al 46,16% per i secondi. Questa tendenza si riscontra non solo per la Chianina, ma anche per le razze Marchigiana e Romagnola sia come numero di allevamenti che di capi, e trova una sua motivazione anche nel fatto che le carni ottenute presentano proprietà di indubbio valore nutritivo e salutistico (antiossidanti) certificate dal Consorzio igp Vitellone bianco, oltre ad offrire al consumatore percezioni sensoriali sempre più apprezzate.

FILIERE TERRITORIALI
Nel corso delle due giornate della Mostra nazionale si sono svolti incontri tra istituzioni pubbliche e associazioni di allevatori con l’obiettivo di individuare risorse finanziarie da destinare allo sviluppo di tali tipologie di allevamento.
Tipologie che rappresentano una soluzione non solo per salvaguardare dal degrado ambientale le aree pascolive sempre più soggette a diventare marginali, ma anche per attivare, mediante la presenza degli allevamenti, processi di filiera territoriale per la valorizzazione e la commercializzazione di carni ritenute l’eccellenza della produzione zootecnica italiana. Un’indicazione che ha trovato pronta risposta da parte degli assessori all’agricoltura Andrea Cutini per la Provincia di Arezzo e Anna Maria Betti per quella di Siena, i quali hanno definito un programma di interventi e di attività che coinvolgono gli allevamenti delle due province nelle quali sono allevati oltre 11.500 capi su un totale di 21mila soggetti di Chianina presenti in Toscana. Molti sono stati gli eventi collaterali alla mostra che hanno visto una larga partecipazione di un pubblico non professionale interessato ad appuntamenti gastronomici nel corso dei quali sono state presentate proposte edonistiche di carne chianina che fanno parte delle tradizioni del territorio.

GLI ESEMPLARI MIGLIORI
Nell’ambito della mostra si è svolto il concorso riservato a gruppi di bovini Chianini in rappresentanza di 14 allevamenti (13 per la sezione semibrado e 1 per quella riservata alla stabulazione libera). Concorso che ha comportato un lavoro molto impegnativo per il giudice Andrea Guerrieri, coadiuvato da Marco Corbucci in qualità di assistente, in quanto i gruppi in competizione presentavano in entrambe le sezioni un’elevata qualità dei soggetti, a conferma del miglioramento genetico avvenuto in questi ultimi anni.
Ogni gruppo era composto, a norma del regolamento del concorso, da quattro vacche, due manze e due vitelloni. È risultato vincitore quello dell’azienda Agritosti di Pietralunga (Pg) per l’elevata muscolosità e dimensione dei soggetti, oltre alla migliore impostazione delle groppe.
Al secondo posto si è classificato il gruppo dell’azienda aretina Ferri Marini Gino i cui soggetti presentavano una taglia lievemente inferiore, ma ai quali è stata però riconosciuta la spiccata muscolosità delle quattro vacche e delle due manze.
Al terzo posto si è classificato il gruppo dell’azienda esordiente Alessandro Alessandrini, grazie alla tipicità e all’uniforme conformazione delle quattro fattrici, dalle dimensioni leggermente più contenute rispetto ai primi due gruppi. La competizione è stata molto agguerrita fra i diversi gruppi e il riconoscimento delle coccarde gialle è stato assegnato fino al 7° gruppo classificato.
Per la sezione riservata agli allevamenti a stabulazione libera è stato riconosciuto degno di riconoscimento il gruppo della “Fattoria Ponte al Ramo” di Alessandra Casini di Arezzo, per la taglia, il vigore e le caratteristiche morfologiche, tipiche della razza, di tutti i bovini del gruppo.

GLI ALTRI CONCORSI
Per quanto riguarda gli altri concorsi, un riconoscimentospeciale, il trofeo intitolato alla  memoria di Mario Casini, è stato assegnato all’allevatore Gino Ferri Marini di Arezzo che ha presentato due manze; l’azienda Alessandrini, con la bovina IT051990024037, si è aggiudicata il trofeo “Città della Chianina” riservato al migliore soggetto esposto in mostra. Il trofeo intitolato alla memoria di Silvio Datti, altro ambito riconoscimento destinato ai due migliori vitelli esposti, è stato invece vinto da due soggetti presentati dall’Azienda Agritosti, classificatasi al primo posto nella sezione riservata ai nuclei allevati al pascolo.
Per la sezione riservata agli allevamenti a stabulazione libera si è messo in evidenza il gruppo di Alessandra Casini “Fattoria Ponte al Ramo” per la taglia il vigore e l’espressività razziale di tutti i suoi componenti. Tra i gruppi incompleti il giudice ha indicato quale miglior soggetto la manza vacca Vipera Ito51990037266, presentata dall’Allevamento Giaccherini Stefano di Arezzo, in evidenza per correttezza, muscolosità e diametri.
L’asta dei vitelli da istallo collaterale alla mostra nazionale della Chianina ha visto la partecipazione di 52 capi provenienti da 13 allevamenti dell’alta Val Tiberina che sono stati quotati mediamente sui 1.350 euro a soggetto.
La consueta gara di giudizio riservata agli studenti degli Istituti Tecnici Agrari ha visto la partecipazione di 12 squadre provenienti in rappresentanza del Veneto, Friuli oltre che della Toscana. Il giudizio degli studenti è stato valutato dal giudice Matteo Ridolfi.

SELEZIONE - MIGLIORAMENTO DELLE MANZE
Il complesso zootecnico “Silvio Datti” di Ponte Presale di Sestino (Ar), di proprietà del Consorzio Alpe della Luna, è divenuto, dal 2006, anche Centro di selezione e miglioramento genetico delle manze di razza Chianina. Tale struttura rappresenta un punto di riferimento per la zootecnia della Val Tiberina Toscana grazie al contributo della Regione Toscana, di tutti i Comuni del comprensorio, della Comunità Montana e della Provincia di Arezzo.
È un modello di collaborazione tra pubblico, privato e categorie economiche; le iniziative a livello nazionale sono organizzate dall’Associazione regionale allevatori della Toscana - Ufficio Provinciale di Arezzo - e dall’Anabic (Associazione nazionale allevatori di bovini italiani da carne).
L’obiettivo prioritario del Centro di selezione e miglioramento genetico è quello di realizzare un percorso di adattamento al pascolo e di procedere, attraverso piani di accoppiamento specifici, alla fecondazione ed alla diagnosi di gravidanza e di certificazione del sessaggio del feto.
Solo le migliori manze da 16 a 18 mesi, selezionate nell’ambito degli allevamenti della Toscana, Umbria e Lazio, che hanno superato il test morfologico raggiungendo un minimo di 84 punti e che siano munite di tutte le certificazioni di garanzia sanitaria, sono ammesse nel complesso zootecnico per effettuare la performance.
L’interesse dell’allevatore che acquista all’asta una di queste manze è quello di migliorare la genetica del proprio allevamento.