Agriumbria rassegna stampa
 
 
SANSE ESSICCATE NELLA MANGIMISTICA
Terra e Vita - Speciale Agriumbria 2013
Terra e Vita - Speciale Agriumbria 2013
Terra e Vita - Speciale Agriumbria 2012 - art.8
Terra e Vita - Speciale Agriumbria 2013 - art.8 pag2

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SANSE ESSICCATE NELLA MANGIMISTICA
Materie prime utili nell’alimentazione dei bovini e degli ovini, secondo l’università di Perugia

La sansa denocciolata essiccata, sotto forma di pellet e panelli, rappresenta una soluzione mangimistica di indubbio interesse sia per il costo dell’alimentazione che per la funzione antiossidante e per il contenuto lipidico. È il risultato di una sperimentazione finanziata dalla Regione Umbria, nell’ambito del Psr 20072013, con la misura 124: “Valorizzazione della sansa vergine denocciolata come integratore mangimistico da utilizzare nell’alimentazione dei ruminanti (bovini e ovini)”. La sperimentazione è stata condotta dalla Facoltà di Scienze Agrarie dell’Università di Perugia, che ha elaborato un piano di prove per valutare le performance produttive, le caratteristiche organolettiche della carne e del latte e lo stato sanitario dei ruminanti alimentati con una miscela di fieno di erba medica e di sansa denocciolata essiccata.

PROTEINE E ANTIOSSIDANTI
Dalle prove di alimentazione nei ruminanti è emerso che nel loro apparato digerente la presenza di microrganismi cellulositici provoca la degradazione delle pareti cellulari della sansa che, soggetta all’azioni di enzimi quali la cellulasi e la emicellulasi, si innesca la fermentazione degli zuccheri con
la conseguente produzione di acidi grassi volatili che vengono assorbiti dalle pareti del rumine diventando, in tal modo, una fonte energetica per l’animale.
Oltre agli acidi grassi, si ottengono delle proteine microbiche che soddisfano per circa il 65% il fabbisogno proteico dell’animale.
Le prove di alimentazione, estese oggi su larga scala negli allevamenti, confermano che la sansa rappresenta un integratore zootecnico per il suo contenuto in olio e per la presenza di antiossidanti. Nelle sanse vergini essiccate la presenza di olio può raggiungere il 15%, e la sua composizione è data da una elevata percentuale di acidi grassi monoinsaturi e da una bassa quantità di quelli saturi.

TRATTAMENTI ALLE SANSE VERGINI
La bassa percentuale di proteine e l’alto contenuto di fibra dovuti all’alta percentuale di componenti della parete cellulare possono limitare l’assimilazione delle proteine da parte degli animali alimentati con razioni contenenti elevate percentuali di sansa essiccata.
Questo problema viene risolto trattando diversamente le sanse vergini adottando due metodi di intervento: il primo riguarda le sanse denocciolate in postestrazione dell’olio, il secondo fa riferimento a sanse denocciolate in preestrazione.
Le due tipologie portano a una differenziazione del prodotto oltre che per il contenuto in olio e in antiossidanti (maggiori nelle sanse denocciolate in preestrazione) anche per il livello di composizione in fibre e in lignina.
Le sanse denocciolate in postestrazione presentano una maggiore quantità in lignina per via dei frammenti del nocciolo (polverino) che rimangono nelle sanse, mentre quelle denocciolate prima dell’estrazione, in assenza di polverino, contengono meno lignina e sono quindi più idonee all’alimentazione zootecnica in quanto la lignina, come precedentemente evidenziato, svolge un’azione limitante nell’assimilazione della componente proteica. L’utilizzazione delle sanse trattate con i due metodi nell’alimentazione zootecnica richiede però una preventiva essiccazione i cui costi energetici condizionano in parte la destinazione come integratore; ma i risultati ottenuti da prove finalizzate a sfruttare e a ottimizzare tutte le componenti contenute nelle sanse vergini, confermano che i costi di essiccazione possono essere ampiamente compensati dal valore nutritivo e salutistico (benessere dell’animale) che il sottoprodotto offre.

NEL PRODOTTO FINALE
Infatti, nelle carni si riscontra un aumento della composizione acidica dovuta al maggior contenuto in acido oleico e alla corrispondente riduzione degli acidi grassi saturi.
Nel latte, in base a prove condotte sia su ovini che bufale alimentate con razioni arricchite con sanse vergini denocciolate essiccate, si rileva che, oltre all’aumento del contenuto in acido oleico e a una riduzione dei grassi saturi,quali l’acido palmitico e stearico, non si sono verificate diminuzioni della produzione e della qualità; anzi, si è riscontrato un aumento della vitamina E (alfatocoferolo) nel grasso del latte e una maggiore stabilità all’ossidazione nei formaggi.

PROPRIETÀ - Il contenuto fenolico
Per quanto riguarda il contenuto fenolico che si trova nelle sanse, questo varia a seconda del sistema di estrazione: nel tre fasi la percentuale di composti fenolici presenti nelle sanse è minore di quello del due fasi che trattiene una maggiore frazione di acqua di vegetazione.
I composti fenolici presenti in maggiore quantità sono il tirosolo e l’idrossitirosolo, le forme agliconiche dell’oleuropeina, oltre al verbascoside. Nell’alimentazione zootecnica, l’elevata presenza di sostanze fenoliche naturali svolge una funzione antiossidante, a differenza degli integratori ottenuti da altre specie oleose (pannelli di girasole, soia, ecc.): antiossidanti naturali che migliorano sensibilmente la qualità delle carni e del latte.