AGRIUMBRIA 2012 - QUANDO L'AGRICOLTURA DIVENTA...CULTURA scritto da Anna Maria Funari | Dal 30 marzo al 1° aprile scorso, a Bastia Umbra, si è svolta una manifestazione fieristica che nulla ha a che invidare alle “sorelle maggiori” ben più note, che vanno da Vinitaly a Cibus e FieraCavalli. “AGRIUMBRIA” è arrivata alla sua 44^ edizione, dando sfoggio (e con tutte le ragioni) a quanto di meglio può esserci nel campo dell’agricoltura, della zootecnia e dell’alimentazione. La Fiera ha raggiunto il livello di Mostra Nazionale dove la tradizione incontra la tecnologia più avanzata, in un connubio davvero ideale tra momenti culturali e incontri prettamente tecnici.
Nell’ampio spazio di UmbriaFiere si sono incontrati quindi produttori, allevatori, espositori della più avanzata tecnologia dedicata alla meccanizzazione agricola.
Nella miriade di stands (dove tra l’altro è stato possibile degustare prodotti di ottima qualità, dal sapore spesso antico che riportava alle cucine delle nonne), i produttori agricoli hanno messo in mostra le varie tipicità regionali umbre ma non sono mancate anche piacevolissime “contaminazioni” dal resto d’Italia: Sicilia, Sardegna, Toscana e via dicendo!
Profumi d’altri tempi là dove i norcini esponevano salumi e prosciutti, lavorati secondo antiche tecniche artigianali (alcuni ci hanno tenuto a specificare che la loro produzione non va oltre un certo numero di pezzi all’anno, proprio perché curano molto la qualità) si alternavano ai sapori antichi dei legumi che da sempre hanno fatto parte della nostra tradizione alimentare e messi un po’ in disparte dall’avvento della cucina veloce. Particolarissimo il padiglione riservato agli animali, affollato di bambini che sorridevano nell’accarezzare una capra o impazzivano nel tentativo di tenere tra le mani un’ochetta. Un’esposizione che merita particolare apprezzamento, nel suo complesso, proprio perché non riservata esclusivamente agli operatori del settore ma a chiunque volesse partecipare, ricreando così quello speciale legame tra l’uomo e la terra, tra l’uomo e le sue radici che troppo spesso vengono dimenticate.
E’ grazie all’intuizione di Lodovico Maschiella, circa il potenziale fieristico di una regione così particolare e interessante come l’Umbria, che questa regione ha fatto in modo di impegnarsi fortemente affinché non fosse dimenticata la forza economica legata all’agricoltura e all’allevamento oltre che al turismo. Intuizione che, nel corso del tempo, è stata poi raccolta e proseguita con entusiasmo dai vari Presidenti di UmbriaFiere, non ultimo Lazzaro Bogliari che l’ha raccolta organizzando magistralmente la 44^ edizione di AgriUmbria.
Sfida… si, perché è inutile negare che il nostro Paese, per quanto sia, ha dimenticato in parte (o forse solo relegato in un cantuccio) quella che da sempre è stata la maggior fonte di risorsa economica, ossia l’agricoltura.
Ha dimenticato il piacere delle sensazioni regalate al palato da cibi come il farro e la cicerchia o dall’olio delle colline umbre che accarezza e si spande morbidamente sulla Fagiolina del Trasimeno esaltandone il sapore delicato, barattandole con il prodotto di cucine veloci, spesso precotte, che assolvono al solo compito di “dare da mangiare” ma non di “nutrire” nel senso più sublime del termine.
Ben vengano quindi tutte quelle manifestazioni che, pur meno pubblicizzate (di cui si auspica una maggiore divulgazione sul territorio nazionale), si propongono la rivalutazione della nostra cultura mediterranea e della nostra tradizione alimentare anche attraverso la riscoperta di prodotti e tipicità territoriali ritenuti “di nicchia” e che rappresentano l’emblema del mangiar sano.
Anna Maria Funari Responsabile del "Progetto AgriCultura" Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali
Fonte: Roma Capitale Magazine - periodico di cultura e informazione
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